Oggigiorno cambiare è una questione di sopravvivenza. Svilupparsi per proprio impulso è l’opportunità che fa la differenza
Chi si occupa di business e in particolare delle cosiddette risorse umane certamente annovera le parole del titolo tra quelle più ‘in voga’ nel nostro tempo. In questo uso assai diffuso si rischia di banalizzazione dei concetti.
Se si parla di ‘cambiamento’ con persone d’azienda, oggigiorno viene inteso che ci si riferisca ad una necessità di solito non gradita, e soprattutto indotta dall’esterno. “Devo cambiare se voglio rimanere a galla, se voglio continuare ad essere competitivo, se non voglio vedermi messo da parte da aziende concorrenti o da colleghi più giovani o brillanti”.
Al termine cambiamento, che ha un significato generico, viene quindi usualmente associata l’idea di qualcosa di subìto.
Nel concetto di sviluppo si affacciano alcuni temi di natura diversa:
- una crescita non solo o non necessariamente dimensionale e quantitativa ma piuttosto di livello di complessità;
- il passaggio da una fase all’altra anche per ‘salti’;
- un movimento che più che essere ‘spinto’ da ciò che già esiste materialmente, viene ‘tirato’ da ciò che deve ancora (e vuole) essere; quindi
- la progressiva realizzazione di una identità.
Al centro della nostra attenzione c’è lo sviluppo inteso soprattutto come un processo che, seppur assolutamente non indipendente dal contesto esterno, non esaurisce in questo le sue cause.
Lo sviluppo, sia che si tratti di una persona, sia che si tratti di un’organizzazione, si basa quindi anche su motivi ‘interni’ ed in particolare sul bisogno di realizzare dinamicamente la individualità dell’essere in divenire che si identifica con quella persona o quella organizzazione. Se è da tempo consolidata e dimostrata l’idea che nella catena molecolare del DNA stia codificata l’informazione di ciò che un organismo diventerà a livello biologico, è giunto il momento di considerare in chiave scientifica e spregiudicata l’ipotesi che possa esistere qualcosa di analogo per ciò che riguarda un piano che potremmo definire ‘biografico’, riferendoci alla serie di eventi esterni ed interni che vanno a determinare la storia della vita di una persona o di una organizzazione.
Lo sviluppo cui ci riferiamo ha quindi a che fare con la progressiva realizzazione di una ‘missione’, reale e collegata ad ogni individualità o collettività umana. Perché?
Perché in ciò riteniamo, e molti fatti della storia dell’umanità lo palesano, che risieda una fonte inesauribile di energie e, in termini aziendali, di risorse.
Risorse che non vedono l’ora di essere vitalizzate.