Antropocene, neuroscienze, spirito

Dunque, se mai ci fu una mutazione cruciale che ebbe effetti sul cervello e trasformò l’arcaico Homo sapiens nel moderno Homo sapiens sapiens, è probabilissimo che tale mutazione interessasse la corteccia prefrontale, dotandola dell’abilità di assemblare a piacere varie componenti delle rappresentazioni mentali di una persona, in modo simile a quanto si può fare con i mattoncini del Lego, e liberandola sempre più dalle limitazioni della realtà fisica. L’aspetto in qualche modo prodigioso è che ciò inverte la direzione della causazione. Se infatti una cognizione più circoscritta si limita a produrre rappresentazioni mentali che rispecchiano il mondo fisico, nella cognizione resa possibile dalla corteccia prefrontale e dalle strutture correlate sono le rappresentazioni mentali assemblate arbitrariamente, ovvero la “realtà immaginata”, a guidare il comportamento, modificando in definitiva la realtà fisica sulla base di queste fantasie cognitive. (….) 

Mentre altre specie di mammiferi possiedono lobi frontali relativamente sviluppati, in Homo sapiens sapiens i lobi frontali raggiunsero il massimo sviluppo in brevissimo tempo, consentendo così l’avvento della Rivoluzione cognitiva e del moderno linguaggio” (da “La vita creativa del cervello” Elkhonon Goldberg, Ponte alle Grazie).

L’avvento dell’Antropocene mostra con evidenza che questa liberazione dalle limitazioni della realtà fisica ha avuto luogo. Ma analogamente a come so che rischio sanzioni se agisco in violazione di leggi, il nostro agire in violazione di limiti reali non è privo di conseguenze, e ora potremmo dire (anche se solo figurativamente) che la realtà , comprendendo in essa sia i fattori ambientali sia quelli sociali, ci sta sanzionando.

Il testo che ho riportato, agli occhi di chi ha ampliato lo sforzo di ricerca di comprensione della realtà oltre al dominio della materia, e che quindi considera, anche solo come ipotesi di lavoro, la realtà dello spirito, non può non collegarsi immediatamente col momento in cui nell’essere divenuto proprio in quell’istante umano lo spirito ha iniziato ad agire su un piano soggettivo e individualizzato. Il momento in cui è iniziato il divenire dell’Homo sapiens sapiens verso la Libertà.

La scienza mainstream ama i modelli, e appare bizzarro che ancora non abbia accettato l’utilità di adottare, anche solo come ipotesi, un modello della realtà che comprenda lo spirito. Senza assumere l’esistenza dello spirito, il passaggio rappresentato, quella inversione di causazione  giustamente evidenziata da Goldberg pone di fronte ad una situazione che a mio avviso si presenta come palesemente contraria a un principio chiave dell’approccio scientifico. Dovremmo infatti attribuire potere causale a qualcosa che … non esiste. Ammettendo invece l’esistenza dello spirito, la realtà immaginata cui si riferisce l’autore sarebbe esistente, a livello spirituale, quindi potrebbe avere potere causale. La corteccia prefrontale avrebbe svolto il ruolo di organo di percezione di qualche contenuto della realtà spirituale.

Tornando all’Antropocene, possiamo considerare che la situazione che si è prodotta sul pianeta sia il frutto di rappresentazioni mentali nate sotto l’influsso prevalente di certe forze interne all’Homo sapiens sapiens: la sopravvivenza, la sicurezza, l’affrancamento dai lavori faticosi,  l’accumulo di potere e ricchezza, … .Sappiamo che questi obiettivi da molti punti di vista sono stati brillantemente raggiunti. Ma sappiamo anche che i limiti da cui ci si vorrebbe completamente liberare purtroppo esistono. La scienza ce lo dice già da almeno 50 anni, ma il cervello dell’Homo economicus, che dà ancora non poco spazio alle sue componenti più arcaiche, ha cominciato a prenderla un po’ più sul serio solo quando le conseguenze negative attese e rappresentate sono diventate più direttamente percepibili, sotto forma di eventi climatici estremi.

Per chi era più rivolto alla consapevolezza del piano spirituale della realtà, che ci fosse bisogno e urgenza di un nuovo modello di sviluppo economico, oltre al consumismo sfrenato, era evidente già da tempo.

Ora anche il mondo economico mainstream sta riconoscendo sempre più la necessità della transizione sostenibile, per motivi non ideali ma meramente economici. Se volessimo rigirare il coltello nella piaga, potremmo notare che questo in qualche modo conferma la realtà dello spirito. In quanto le configurazioni del mondo materiale, alla base dei processi economici, sono il prodotto di forze spirituali.

Ma torniamo alla nostra area prefrontale. E’ evidente che la nostra salvezza, la nostra sopravvivenza e il nostro benessere non potranno che venire da lì, da quella parte del nostro cervello capace di immaginare ciò che ancora non è materiale. Da quando la sostenibilità è diventato un tema ‘di moda’ è tutto uno scoppiettante proliferare di nuove idee, scoperte, invenzioni, materiali, processi, tecnologie, modelli sociali. Personalmente non ho alcun dubbio che, nella misura in cui l’uomo farà diventare prioritario l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile, le soluzioni le troverà.

Poi queste soluzioni andranno realizzate e applicate da tutti, il che significherà cambiare nella quotidianità abitudini molto consolidate, a diversi livelli (decisioni di acquisto e consumo, livello di agio, mobilità, rapporto con la salute e la durata della vita, …) .

Questa parte del ‘problema’ è a mio avviso quella più sfidante e sarà oggetto di future riflessioni.

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